venerdì 12 febbraio 2010

IMMAGINAZIONI SCORTESI




Provate ad immaginare…Madonna nella vostra cucina sta lavando i piatti dopo una cena, più porca che parca, a base di Kebab e salse incontrollabili. Con una pupilla sul suo culo e l’altra pure, saltellate con due grossi cembali in mano. Simili a scimmiette a molla pestate forte come il più navigato campione olimpionico di scassa palle. Tra un colpo e l’altro dei vostri e dei suoi piatti, cantate a squarciagola: LIVING IN A MATERIAL WORLD AND I AM A MATERIAL GIRL.
Non vi sembra fico.

Provate ad immaginare…La ragazza più bella della scuola, quella stratosferica, quella più cliccata dai vostri ormoni. Vi si avvicina lungo il corridoio nell’ora di ricreazione. Ha il suo vestito migliore, il suo profumo migliore e il suo sorriso migliore con i denti migliori. Vi guarda con fare animalesco e, senza mezzi termini, vi invita ad una maratona sessuale degna di Youporn a sette mega. Una scopata da trasformare il vostro cervello in un sofficino con tanto di camaleonte strabico.
Voi la guardate, assaporate la sua immagine, e affondate il vostro NO. Gli dite con calma che “ Avete smesso “. Allontanandovi, accarezzate con due dita il cerotto farmaceutico che rilascia sostanze antipassera sotto la vostra camicia.
Non vi sembra strano.

Provate ad immaginare…Siete sotto ad un balcone nel cuore della notte. Con una Chitarra elettrica nuova fiammante, date il via ad una serenata degna di Pierrot. Uno dopo l’altro suonate tutti i pezzi dell’orchestra Casadei, aprendo ogni performance al grido di E VAI COL LISSSSIIIIOOOO. Lei, bellissima, apre la finestra e vi vomita in testa. Presi in pieno, tornate a casa conciati da far schifo al mostro della laguna nera o alla laguna nera stessa.
Non vi sembra eccessivo.

Oggi ho incrociato la più bella della scuola nel corridoio. Aveva il suo vestito migliore, il suo profumo migliore, ma non sorrideva, quindi non ho potuto notare i denti migliori. Aveva appena vomitato. Piccolo trucco per mantenere la sua linea da linea. Il cuore ha iniziato la sua serenata, tanto che il cervello sembrava preso tra due cembali. Mi ha chiesto l’ora. Nonostante non fosse notte fonda e non ci trovassimo sotto un balcone, l’ho guardata nel suo sguardo. Carezzandomi il cerotto posto sul morso del gatto, con naturalezza e tranquillità, gli ho risposto: LIVING IN A MATERIAL WORLD AND I AM A MATERIAL GIRL.